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Astrid Kirchherr with the Beatles: una mostra che ripercorre la formazione della mitica band di Liverpool

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Astrid Kirchherr with the Beatles: una mostra che ripercorre la formazione della mitica band di Liverpool

Per celebrare l’incontro di John Lennon e Paul McCartney, avvenuto quando erano ancora minorenni il 6 luglio 1957, Genus Bononiae presenta, in esclusiva per l’Italia, la mostra Astrid Kirchherr with the Beatles, a Palazzo Fava (Via Manzoni 2, Bologna) dal 7 luglio al 9 ottobre 2017.

La mostra ripercorre la stretta relazione tra la fotografa tedesca e il gruppo. Tutte le foto esposte provengono dall’archivio della Kirchherr, che oggi è alle soglie degli ottant’anni e qualche anno fa ha deciso di vendere tutto il suo archivio fotografico alla Fondazione Ginzburg Fine Arts, affinché i materiali non andassero dispersi dopo la sua morte.

Quelli in esposizione sono scatti realizzati a fini privati, che testimoniano del rapporto profondo instauratosi tra la fotografa e il gruppo. La retrospettiva ripercorre la storia dei cosiddetti “Hamburg Days”, gli anni formativi della band nell’Amburgo del dopoguerra, attraverso gli scatti della Kirchherr, che non solo immortalò il gruppo quando ancora si stava formando, ma ne influenzò profondamente lo stile.

Quando la Kirchherr incontra per la prima volta i Beatles nel 1960, lei è una promettente fotografa, indirizzata dal suo mentore, il celebre Reinhard Wolf. In realtà, però, non è ancora una professionista, essendo iscritta all’Accademia di design di Amburgo in un percorso formativo riguardante la moda. Sarà poi Wolf stesso a indirizzarla, invece, alla fotografia, intuendone il talento.

L’incontro coi Beatles avviene al Kiserkeller, uno dei molti locali in cui le giovani band inglesi venivano messe sotto contratto a pochi marchi per suonare rock and roll tutta la notte e intrattenere i molti soldati americani di stanza nella città, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La band è allora composta da John Lennon, voce e chitarra, Paul McCartney, voce e chitarra, George Harrison, chitarra, Pete Best, batteria e Stuart Sutcliffe, basso, cinque ragazzini di Liverpool – all’epoca Harrison non è neanche maggiorenne – conosciutisi a scuola e in cerca di un po’ di denaro e un po’ di esperienza oltremanica.

È il fidanzato della Kirchherr di allora, Klaus Voormann – che avrebbe in seguito disegnato la copertina del settimo album dei Beatles, Revolver –  che la trascina a sentire il gruppo, dopo esserne rimasto a sua volta stregato.

I Beatles a quel tempo suonano tenendo ritmi di lavoro massacranti, mangiando pochissimo e facendosi di anfetamine. La loro vita di quel periodo è davvero all’insegna dello stereotipo: sesso, droga e rock and roll.

Astrid Kirchherr introduce il gruppo all’arte e alla letteratura esistenzialista, portando in loro un drastico cambiamento nello stile: le giacche di pelle, gli stivali alla texana e i capelli con la banana lasciano presto posto a completi, camicie e al più minimale taglio a caschetto che anche la fotografa sfoggia e che sarebbe diventato presto uno dei simboli della band.

Sutcliffe, in seguito, si lega anche sentimentalmente alla Kirchherr al punto da chiederle di sposarla e lasciare la band per rimanere con lei ad Amburgo. Da allora i Beatles rimangono in quattro e presto Best viene sostituito da Ringo Starr. Sutcliffe muore dopo appena due anni, un lutto davvero problematico da elaborare per John Lennon, non solo perché era il suo migliore amico, ma anche perché aveva già perso la madre e attraversato un’infanzia difficile, cresciuto dalla zia. In concomitanza con questo terribile avvenimento, i Beatles diventano un fenomeno di massa.
La band e la Kirchherr rimangono legati da profonda amicizia e la fotografa sarà una delle poche a poter seguire il gruppo anche negli anni successivi, quando ormai è all’apice della carriera, regalandoci scatti memorabili, ma anche intimi e privati, tra vacanze rubate, e week-end in giro per l’Europa.

La fotografa di Amburgo sarà anche la prima a immortalare i Beatles in un vero e proprio servizio fotografico posato, regalandoci scatti oramai entrati nella storia, ma pressoché sconosciuti fino agli anni ’90 del’900; sarà inoltre l’unica fotografa ammessa sul set di “Hard Day’s Night”, il primo film della band.

Nel 1970 il gruppo si scioglie e Astrid torna a dedicarsi alla moda, diventando designer di tessuti.

La mostra è presentata da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae – Musei nella Città, in collaborazione con ONO artecontemporanea, Ginzburg Fine Arts e Kai-Uwe Franz.

Se volete saperne di più:

http://www.genusbononiae.it/mostre/astrid-kirchherr-with-the-beatles/

(Notizia riportata da Cinzia Dezi)

 

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